Se si vuole andare a caccia di arte contemporanea, magari in punta di piedi, senza fare troppo rumore e nemmeno creare spaventosi assembramenti, pur sempre potendo godere di un’offerta culturale contemporanea, di bellezza, e una curatela di qualità, beh, la Galleria Vik Milano fa sicuramente al caso vostro. Lontana da schiamazzi e dalla mondanità di grandi opening vecchio stile, al secondo piano dell’Hotel Galleria Vik Milano, si nasconde uno spazio espositivo chiamato Galleria 210, che funziona come uno spazio dedicato esclusivamente all’arte contemporanea, attraverso la presentazione del lavoro di artisti italiani e internazionali.
La location esclusiva rende la visita inaspettata e piacevole, non solo grazie alle finestre che si affacciano all’interno di Galleria Vittorio Emanuele, ma anche grazie al contesto in cui è situata: L’Hotel raccoglie il meglio della scena artistica italiana e internazionale, decorando ogni singola stanza con lavori unici di artisti selezionati dal curatore Alessandro Riva. Galleria Vik Milano si caratterizza così come un vero e proprio museo privato oltre che come uno degli hotel più originali ed esclusivi del mondo. Dopo mesi di chiusura dovuti al lockdown riprende la sua attività non solo come luxury hotel, ma anche come contenitore d’arte, di bellezza e di cultura.
TOMOKO NAGAO
WOMEN IN POP
Curated by GEL - Giuditta Elettra Lavinia Nidiaci
October 8th – November 15th 2020
Galleria Vik Milano210 Art Gallery, II floor
La prima mostra del dopo lockdown di Galleria Vik è dedicata alla produzione più recente dell’artista di origine giapponese, da anni stabilitasi in Italia, Tomoko Nagao, tra i più interessanti esponenti del new pop nipponico. Il titolo della mostra, Women in Pop, allude alla scelta dell’artista di fornire uno sguardo esplicitamente femminile sulla società contemporanea, con una forte connotazione di critica sociale, soprattutto rispetto all’invasività di marchi di aziende e multinazionali nella nostra vita, benché sempre all’interno di una cornice estremamente pop, ironica e divertita. Riguardo all'arte di Tomoko, scrive la curatrice della mostra, Giuditta Elettra Lavinia Nidiaci:
“L’icona, spesso ridotta a mero feticcio o baluardo del femminismo, è ricondotta stavolta alla ricerca di un archetipo, è quello di Hello Kitty, dell’estetica Kawaii, di una leggerezza non superficiale. L’immagine della donna è colorata ma non dirompente, viva e vivace ma non ingerente. La donna di Tomoko è una donna amica, che tende la mano, e dunque davvero “pop” nell’originario significato di “popular”: una donna, insomma, che vuol parlare a tutti."
La scelta dell’artista, tipica della cultura post-moderna, di rivisitare i soggetti classici dal passato e in particolare dalla storia dell’arte (dalla Gioconda, alla Medusa di Caravaggio, alla Venere del Botticelli) è sempre caratterizzata dal desiderio di alleggerire e desacralizzare i riferimenti storici con intenti ironici, giocosi e parodistici: come con la Gioconda rivisitata, sempre con la fisionomia di Hello Kitty (il celebre personaggio delle anime giapponesi amato dalle ragazzine di tutto il mondo); o Margherita l’infanta di Spagna, già celebrata da Velázquez, riproposta da Tomoko, con tanto di lattina di Coca Cola in mano, in chiave Kawaii (carino, in giapponese); o Salomè, trasformata per l’occasione in una buffa icona pop la cui testa, in ceramica smaltata, ci si presenta appoggiata su un piatto (lo stesso sul quale la donna si dice presenterà a Erode la testa del Battista); o la Madonnina di Milano trasformata, incredibilmente, in una icona giovanile e superpop.
Tomoko Nagao, The girl with pearl earrings, 2020, oil on canvas,100 x 120 cm Tomoko Nagao, Venus after botticelli, 2020, oil on canvas 120 x 100 cm
E poi, ancora, ecco i personaggi maschili misteriosamente tramutati dalla magia di Tomoko in altrettanti personaggi femminili: come San Gerolamo, erudito asceta immortalato da molti artisti in una caverna con i suoi libri, trasformarsi, nella versione pop di Tomoko, in una qualsiasi ragazza di oggi, chiusa nella sua cameretta con smartphone e pc.
Il lavoro di Tomoko presentato in Galleria Vik Milano negli spazi della 210 Gallery si articola attraverso i diversi linguaggi utilizzati dall’artista: la pittura a olio, che risente della lezione di NaraYoshimoto, con cui l’artista ha studiato in Giappone; quella realizzata a stencil e spray, che si rifà alla scuola dell’arte di strada, che l’artista ha praticato in numerose occasioni, all’interno di festival e manifestazioni di street art (realizzati anche, nella sua ultima produzione, su supporti o insoliti, come il PVC, dai toni iridescenti e riflettenti, in grado di rendere l'icona sempre più leggera e fluttuante); quella grafica, nella quale si incrociano, in una folle sovrapposizione di motivi differenti, riferimenti antichi e contemporanei, citazioni dalla storia dell’arte, marchi di multinazionali, personaggi dei fumetti e delle anime; e, infine, quella plastica, cui l’artista si è dedicata solo di recente, con sculture in resina dall’effetto pop e dalla fortissima suggestione visiva.