Cercate una buona scusa per andare a Venezia nel weekend? La Biennale quasi al termine e l'ebbrezza di potervi imbattere nella famosa acqua alta veneziana, non bastano? Beh, Da Peggy Guggenheim è in corso una retrospettiva entusiasmante su Tancredi!
Chi è Tancredi Parmeggiani?
Potrebbe non essere necessario conoscere la sua storia per capire che fosse uno dei più grandi artisti italiani del dopoguerra. È sufficiente sapere che è stato l'ultimo artista, assieme a nientepopodimeno che Jackson Pollock, ad aver sancito un vero e proprio contratto con madame Peggy Guggenheim.
Ciò che risulta senza ombra di dubbio molto affascinante, è il rapporto che Peggy instaurava con gli artisti che decideva di rappresentare. Desiderava per loro fama in tutto il mondo, era disposta a sponsorizzarli nonostante potessero sembrare del tutto folli agli occhi dei più e nulla poteva fermare la sua incredibile determinazione e fiducia nel suo infallibile fiuto.
Ma torniamo a noi.
La mostra su Tancredi ospitata nella sede della Peggy Guggenheim Collection è una sorta di ritorno a casa per il grande artista, che ha sempre considerato Venezia come la sua città del cuore. La sala più appagante è, infatti, quella ad essa dedicata. Grazie alla sovrapposizione di più strati del tipico segno frammentato, che Tancredi ha sviluppato nelle sue opere degli anni 50 del '900, si può vedere emergere una impalpabile Venezia. Tenue, nonostante i colori talvolta accesi; delicata, grazie al mare, alla pioggia e ai riflessi della città in questi e di questi nella città.
Ciò che traspare dalle tele dell'artista è esattamente quella magia che tutti noi respiriamo a pieni polmoni camminando sulla Riva degli Schiavoni.
Meritevole è ritrovare un Tancredi in questo contesto, assaporarlo dopo un appagante giro per le splendide vie della città e dopo essersi riempiti gli occhi dalle Procuratie di Piazza San Marco.
L'esposizione offre una panoramica completa dei temi che caratterizzano lo sviluppo artistico del pittore, troviamo gli esordi giovanili, gli autoritratti cubisti su carta, lo sdegno in reazione alla guerra fredda, il periodo di crisi, l'esistenzialismo e il cambiamento di linguaggio. La sala conclusiva, dedicata ai collage-dipinti, risulta meno in grado di colpire, a causa del forte impatto visivo che hanno invece le sale precedenti, con tele più grosse, fortemente evocative e dall'effetto immediato.
Le istituzioni scomodate per questa esposizione sono tante e molto note, tra le quali spiccano il Moma e il Brooklyn Museum di New York e l'importante galleria Mazzoleni di Torino. Molte tele tornano semplicemente a casa, donate in precedenza dalla Guggenheim stessa, mentre altre vengono rispolverate dagli archivi della sua collezione.