Scritto da Silvia Concari

Tra le campagne di Lucca, nelle colline del Vorno, sorge la Tenuta dello Scompiglio: un parco secolare che accoglie un bosco, una villa storica e case coloniche rinnovate che fa di questo luogo lo scenario perfetto per ospitare progetti espositivi e artisti in residenza. L’intera Tenuta ha subito modifiche nel tempo, oggi trasformata secondo criteri di bioarchitettura nel rispetto dell’ambiente naturale circostante. È nato così uno spazio attento alle energie rinnovabili, alla gastronomia, al monitoraggio della flora e della fauna, all’agricoltura sostenibile e, soprattutto, alla ricerca artistica. 

Il Progetto dello Scompiglio, vuole ripristinare una sintonia con l’ambiente attuale in tutti i suoi elementi naturali, ma anche con la sua storia e con la ricerca di forme contemporanee d’interazione e di responsabilità. Si da dunque vita ad un dialogo tra paesaggio, architettura, arti visite e performatiche dalla caratteristiche uniche.

All’interno della programmazione del 2024, incentrata sulla voce nelle sue varie eccezioni, il 12 ottobre ha inaugurato la mostra personale di Chiara Ventura, dal titolo Le maniglie dell’amore, a cura di Angel Moya Garcia.

Chiara Ventura, Le maniglie dell'amore, a cura di Angel Moya Garcia, Tenuta Dello Scompiglio di Lucca, ph Leonardo Morfini

Chiara Ventura, artista visiva e performer nel suo statement dichiara:  “Cerco forme di contenimento, spazi di respiro e denuncia. (…) Cerco il cuore delle cose e delle persone. Indago le relazioni e i loro punti limite. Mi chiedo cosa sia l’amore”. L’artista indaga i rapporti di coppia e le dinamiche tossiche all’interno delle relazioni amorose, che possono sviluppare una dipendenza affettiva o gesti estremi di violenza. Il lavoro Le maniglie dell’amore vede 110 maniglie da porta installate a parete, una per ogni femminicidio registrato in Italia nel corso dell’ultimo anno, dall’ 8 marzo 2023 all’ 8 marzo 2024. All’interno dello spazio espositivo, sono affisse anche le storie e le dinamiche che hanno portato a questi femminicidi con nome, cognome di ogni donna, età e luogo in cui è avvenuta la morte.

Chiara Ventura, Le maniglie dell'amore, a cura di Angel Moya Garcia, Tenuta Dello Scompiglio di Lucca, ph Leonardo Morfini

I titoli, come spesso avviene nella ricerca di Ventura, sono ossimori semantici che creano cortocircuiti concettuali. La maniglia è un oggetto dall’uso quotidiano, simbolo di un limite tra interno ed esterno, metafora di un luogo privato, che si apre e si chiude alla società, in cui si celano storie. La maniglia è rappresentativa anche della casa come scenario in cui avvengono delle dinamiche patriarcali che arrivano fino al femminicidio. 

Visivamente, le 110  maniglie ricreano un ambiente funerario, come loculi di un cimitero silenzioso.

Chiara Ventura, Le maniglie dell'amore, a cura di Angel Moya Garcia, Tenuta Dello Scompiglio di Lucca, ph Leonardo Morfini

Se pensiamo bene, Le maniglie sono un elemento fisico che richiamano alla passione, alla curva del corpo femminile; un corpo che vuole essere controllato, su cui vi è il potere decisionale di porne la fine. Proprio il corpo è l’elemento cardine di tutto il lavoro di Ventura, filo conduttore sia nell’arte performativa che in quella pittorica e concettuale; corpo inteso come il suo, quello dell’Altro, vivo o morto. Corpo inteso come punto di partenza, “barometro” di reazione alle dinamiche della vita: ed è proprio quando la reazione del corpo dell’artista è scomoda, che Ventura vuole andare a fondo delle cose, e, attraverso la sua ricerca artistica, connettersi con il non detto  – scomodo – di chi guarda. 

La mostra è visitabile fino al 13 aprile 2025, dal giovedì alla domenica dalle 14.00 alle 18.00. Oppure su appuntamento scrivendo alla biglietteria dello Spazio Performatico ed Espositivo.